Storia del cioccolato
Le origini del cioccolato sono legate indissolubilmente alla pianta di cacao. In particolare, si tratta di un alimento derivato dai semi di dellaTheobroma Cacao, un albero il cui nome scientifico significa letteralmente “cibo degli dei”, che oggi è diffuso e ampiamente consumato nel mondo intero.
La pianta del cacao, nelle sue circa 14.000 declinazioni genetiche catalogate, appartenenti alle tre “famiglie” universalmente riconosciute (Criollo, Forastero e Trinitario), cresce da sempre, in modo spontaneo, in una fascia climatica compresa tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno, ovvero nei tre Continenti che ne possono ospitare l’ecosistema: Asia, Africa e Centro/Sud America. Alcune varietà garantiscono una robustezza maggiore ed un raccolto abbondante, altre hanno caratteristiche aromatiche più pregiate ma la resa è relativamente scarsa e sono più sensibili alle intemperie.
Maya e Aztechi, le origini del cioccolato
Secondo le ricerche botaniche si presume che fossero già presenti oltre 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell’Orinoco. Il popolo che, probabilmente, per primo scoprì le virtù del cacao ed iniziò a coltivarlo fu quello dei Maya, che ne riservavano il consumo solo ad alcune classi sociali privilegiate (sovrani, guerrieri e in generale i nobili benestanti) in occasioni particolari, come riti e cerimonie pubbliche. Il cacao era consumato sotto forma di bevanda, mescolando la polvere ottenuta dai semi con acqua calda. Successivamente ai Maya anche gli Aztechi iniziarono la coltura del cacao e la produzione della bevanda di cioccolata (xocoatl), spesso aromatizzata con vaniglia, peperoncino e pepe, che tra l’altro aveva l'effetto di alleviare la sensazione di fatica grazie al suo contenuto di teobromina.
Le esplorazioni di Cristoforo Colombo e di Hernan Cortes del ’500 permisero l’arrivo dei semi di cacao anche in Europa e per tutto il XVI secolo il commercio di cacao restò un’esclusiva della Spagna, che ne incrementò le coltivazioni a fini commerciali. Nel corso del secolo successivo la cioccolata divenne un bene di lusso per i nobili d’Europa (era considerata una bevanda dalle virtù miracolose). Il controllo dei traffici passò dagli spagnoli agli olandesi, abili navigatori, che si impossessarono del predominio delle rotte commerciali.
La prima cioccolata in Italia
In Italia la cioccolata arrivò inizialmente all’inizio del Seicento, in particolare nelle città di Torino, Firenze e Venezia. Le prime forme di creatività artigianale legate alla cioccolata nacquero proprio a Venezia, nel Settecento, nelle prime “Botteghe del caffè”, che offrivano anche la preziosa bevanda e si contendevano la creazione delle migliori ricette con versioni aromatizzate sempre più particolari. Verso la fine del Settecento la diffusione della cioccolata crebbe in modo importante, con la nascita dei primi marchi commerciali legati ad alcune delle principali città europee. Solo nell’Ottocento la cioccolata diventò un bene non più riservato ai benestanti, grazie all’impiego di procedimenti meccanizzati; risale al 1820 circa la produzione della prima cioccolata solida come la si conosce oggi (ve ne sono tracce anche nella cultura atzeca) e l’inizio delle sperimentazioni per ottenere i derivati del cacao (polvere e burro di cacao).
Da questo periodo in avanti, la cioccolata iniziò ad essere prodotta in quantità crescenti grazie a logiche “industriali”, ma non per questo la produzione artigianale si fermò. Anzi, dalla fine dell’800 le famiglie di artigiani cioccolatieri si distinsero in varie città d’Europa per le preziose produzioni dagli aromi particolarissimi, frutto di ricette realizzate dopo lunghe fasi di sperimentazione.